Il libro nasce da una doppia esigenza: da una parte testimoniare la stima nei confronti di un regista, spesso sottovalutato, come Pietro Germi, dall’altro evidenziare con il confronto l’attualità del tema delle migrazioni che va oltre il film per “agganciare” il presente e mostrare quanto sia simile (forse meno doloroso?) il nostro passato di migranti di cui Il cammino della speranza mostra l’itinerario esemplare. Per questo motivo, oltre a ricostruire la genesi del film, a presentare le fonti letterarie e proporne l’analisi, sono state valutate sia le prime recensioni giornalistiche e quelle delle riviste specialistiche, sia i più meditati giudizi presenti in monografie e nelle storie del cinema, mentre le valutazioni dei critici sono state inserite in una ampia Antologia.
Per rendere immediatamente esplicita la correlazione fra emigrazione italiana degli anni Quaranta e Cinquanta del secolo passato e la massiccia immigrazione in Italia, o meglio in Europa, a partire dagli ultimi decenni del Novecento, è descritta in sintesi, nel primo capitolo, la situazione reale, sociale e giuridica (limitatamente al nostro paese), entro la quale i film sono stati e sono prodotti e girati.