Leggeri come in una gabbia

L'idea comica nel cinema italiano (1930-1944)

Alessandro Faccioli

€ 20,00

  • pp. 256
  • 2011, Torino
  • ISBN: 978-88-89908-63-1
  • Collana: orizzonti

Leggeri come in una gabbia

L’idea comica reclama sugli schermi italiani sempre più spazio nel corso degli anni Trenta e fino alla caduta del fascismo. Si tratta di un’idea multiforme, variopinta, irriducibile a formula, che sfuggendo di mano agli stessi protagonisti e ripresentandosi in continuazione sotto mutate spoglie nei diversi media, attraversa bruciante il cinema di regime e trova casa dalle fondamenta apparentemente solide solo quando i letterati-umoristi si rimboccano le maniche e – per utilizzare la stessa espressione con cui oggi il potere ama celebrare le proprie fatiche eroiche – “scendono in campo”.

Il genere comico negli anni del regime fascista non riesce ad esprimere totalmente le proprie potenzialità e si ritrova a riversare l'acume critico sulle "piccolezze innocue del quotidiano" anziché "nei confronti del potere", come invece vorrebbe fare. Ce lo racconta Alessandro Faccioli in Leggeri come in una gabbia, Kaplan, pagg. 256, € 20,00. La forza del teatro regionale (dal piemontese Macario al napoletano Totò passando per la romana Magnani) si riversa comunque sul grande schermo italiano, inevitabilmente messo a confronto con il modello americano. All'interno di questo affresco variegato vengono inserite anche le influenze e le ingerenze dei giornali umoristici e delle illustrazioni che offrono strumenti diversi per inquadrare meglio le espressioni comiche dell'epoca, sempre tenute a bada dalla medesima museruola".

Alessandra De Tommasi «Rivista del cinematografo», marzo 2012, p. 81