Giacomo Gentilomo, cineasta popolare

Luciano De Giusti (a cura di)

€ 18,00

  • pp. 200, 16 immagini in b/n
  • 2008, Torino
  • ISBN: 978-88-89908-30-3
  • Collana: lo schermo triestino

Giacomo Gentilomo, cineasta popolare

utore di oltre trenta film, appartenenti ai più disparati generi del cinema popolare, dalla commedia al melodramma, dall’avventuroso al mitologico, Giacomo Gentilomo (Trieste 1909 – Roma 2001) è stato per lungo tempo un regista trascurato e dimenticato. A questo esito ha contribuito forse anche la scelta da lui compiuta a metà degli anni Sessanta di abbandonare il cinema per dedicarsi alla pittura, chiudendosi in un impenetrabile silenzio.
Il ritrovamento a metà degli anni Ottanta di una copia del suo film più compiuto e significativo, al quale egli stesso era molto affezionato, ’O sole mio! (1945), ripropose all’attenzione il suo lavoro, ma fu un bagliore di breve durata, circoscritto a pochi cultori. Mario Monicelli, che alla sua scuola si è formato, in una affettuosa e riconoscente testimonianza qui contenuta, esprime il suo rammarico per questa condizione di oblio in cui il regista è stato relegato: «È un vero dispiacere che di Gentilomo oggi si parli poco: il suo cinema aveva molti tratti di riconosciuta rilevanza e andrebbe riscoperto».
A partire dalle sue Idee sul cinematografo, un sorprendente scritto giovanile, i contributi critici di questo volume cercano di gettare un rinnovato fascio di luce su questa figura di cineasta popolare che la storiografia ha tenuto in penombra.

Il volume contiene saggi di:

Roberto Calabretto, Silvio Celli, Riccardo Costantini, Stefano Della Casa, Alessandro Faccioli, Paolo Mereghetti, Marcello Monaldi, Roberto Nepoti, Alberto Pezzotta, Stefania Parigi, Massimiliano Spanu, Fulvio Toffoli, Federico Zecca.